Scritture simili tra consanguinei
Sivieri afferma che: "Tra i
componenti di un nucleo familiare, sia per la specifica simbiosi di vita
che per la naturale tendenza all’imitazione ed all’assimilazione, è
possibile che si generino similarità grafiche, così come si verificano
similarità di abitudini e di comportamenti. Può essere più o meno
frequente i1 fatto che i1 figlio imiti la grafia del padre perché gli
piace e perché la ritiene come un modello di maturità espressiva da far
proprio. Può accadere che la moglie cerchi di scrivere allo stesso modo
del marito (e viceversa), perché a volte diventa necessario, oltre che
pratico, che l’uno firmi con il nome dall’altro.
Può capitare che un figlio imiti la scrittura del fratello perché la
giudica esteticamente più bella. D’altronde la famiglia è la cellula
vitale dove la simbiosi di vita acquista valori e livelli superiori a
quelli degli altri ambienti sociali.
Le affinità grafiche tra i componenti di un nucleo familiare sono
possibili ed insidiose, per cui il perito, quando ricorre il caso, non
dovrà sottovalutarle."
Anche il Collega Pastena Pietro nel suo
volume La variabilità della scrittura in
perizia grafica afferma
I
fattori ereditari. La scrittura dei consanguinei
Le ricerche riguardanti l’esistenza o meno di una “familiarità” della
scrittura hanno trovato nello studio dei gemelli il loro campo
privilegiato.
Fu Francis Galton, più noto per avere formulato il primo sistema
scientifico di classificazione delle impronte digitali, a dare avvio,
nel 1883, allo studio comparato delle scritture dei gemelli. Da allora
un vasto numero di ricerche, anche se con risultati non sempre
concordanti, ha stabilito che esistono forti rassomiglianze grafiche fra
gemelli in misura diversa a seconda che essi siano monozigoti o dizigoti
(Zanuazzi, 1974); tanto che Robert Saudek, nel 5% dei casi da lui
esaminati non riuscì a trovare differenze grafiche tali da permettere la
distinzione dei due componenti della coppia.
In letteratura peritale si trovano inoltre diversi casi dì scritture di
consanguinei stretti in cui le analogie sono superiori alla semplice
casualità (Sivieri, 1974, p. 33). Si tratta di un dato da tenere
presente nel caso in cui due scritture a confronto presentino, accanto
ad un elevato numero di differenze, anche forti analogie: in tal caso,
va esaminata la possibilità che la scrittura in verifica sia stata
eseguita da un consanguineo. Bisogna prestare però attenzione a non
trasformare automaticamente tale possibilità in forte probabilità o
addirittura in certezza come invece pare che accada ipso facto in alcune
perizie grafiche.
E’ del resto assai difficile determinare quali elementi grafici siano
influenzati dalla consanguineità. Per Nicolay a risentire delle
influenze ereditarie è solo l’ angolo di scrittura inteso come
inclinazione degli assi (Zanuazzi, 1974), mentre la Leibl indica la
velocità, la pressione, l’eguaglianza (Leibl, 1988, p. 33). Ma la vera
questione di fondo, che vale non solo per la scrittura, ma anche per
tutti gli altri aspetti del comportamento umano, è stabilire quanto
dipenda dalla eredità genetica e quanto dall’ambiente. In alcuni casi,
ad esempio da parte degli adolescenti nei confronti dei genitori o di
loro figure sostitutive, le somiglianze degli elementi grafici si
possono almeno in parte attribuire a processi di identificazione (Leibl,
1988), per cui vengono adottati comportamenti e atteggiamenti dei
genitori che, una volta introiettati, si riflettono nella grafia. Molto
spesso può accadere che i figli adottino coscientemente il modello di
scrittura dei genitori, nei suoi aspetti più vistosi e nelle forme
ornate, per abbandonare l’imitazione poi in un secondo tempo.
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