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Scritture di consanguinei

 

Il Prof. UMBERTO VERONESI, sul settimanale OGGI  già nel 2004 ha affermato che:

“La Grafologia è una scienza e ci dice anche quanto siamo sani”
Ci sono casi di “disgrafia”, l’alterazione della scrittura, che rivelano disturbi respiratori,cardiovascolari, intossicazioni, malattie nervose…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Iscritta dal 1999 al n. 3 dei Consulenti tecnici e  Periti del

TRIBUNALE DI PISTOIA

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Scritture simili tra consanguinei

 

Sivieri afferma che: "Tra i componenti di un nucleo familiare, sia per la specifica simbiosi di vita che per la naturale tendenza all’imitazione ed all’assimilazione, è possibile che si generino similarità grafiche, così come si verificano similarità di abitudini e di comportamenti. Può essere più o meno frequente i1 fatto che i1 figlio imiti la grafia del padre perché gli piace e perché la ritiene come un modello di maturità espressiva da far proprio. Può accadere che la moglie cerchi di scrivere allo stesso modo del marito (e viceversa), perché a volte diventa necessario, oltre che pratico, che l’uno firmi con il nome dall’altro.
Può capitare che un figlio imiti la scrittura del fratello perché la giudica esteticamente più bella. D’altronde la famiglia è la cellula vitale dove la simbiosi di vita acquista valori e livelli superiori a quelli degli altri ambienti sociali.
Le affinità grafiche tra i componenti di un nucleo familiare sono possibili ed insidiose, per cui il perito, quando ricorre il caso, non dovrà sottovalutarle."

 

Anche il Collega Pastena Pietro nel suo volume La variabilità della scrittura in perizia grafica afferma

 

I fattori ereditari. La scrittura dei consanguinei

Le ricerche riguardanti l’esistenza o meno di una “familiarità” della scrittura hanno trovato nello studio dei gemelli il loro campo privilegiato.
Fu Francis Galton, più noto per avere formulato il primo sistema scientifico di classificazione delle impronte digitali, a dare avvio, nel 1883, allo studio comparato delle scritture dei gemelli. Da allora un vasto numero di ricerche, anche se con risultati non sempre concordanti, ha stabilito che esistono forti rassomiglianze grafiche fra gemelli in misura diversa a seconda che essi siano monozigoti o dizigoti (Zanuazzi, 1974); tanto che Robert Saudek, nel 5% dei casi da lui esaminati non riuscì a trovare differenze grafiche tali da permettere la distinzione dei due componenti della coppia.
In letteratura peritale si trovano inoltre diversi casi dì scritture di consanguinei stretti in cui le analogie sono superiori alla semplice casualità (Sivieri, 1974, p. 33). Si tratta di un dato da tenere presente nel caso in cui due scritture a confronto presentino, accanto ad un elevato numero di differenze, anche forti analogie: in tal caso, va esaminata la possibilità che la scrittura in verifica sia stata eseguita da un consanguineo. Bisogna prestare però attenzione a non trasformare automaticamente tale possibilità in forte probabilità o addirittura in certezza come invece pare che accada ipso facto in alcune perizie grafiche.
E’ del resto assai difficile determinare quali elementi grafici siano influenzati dalla consanguineità. Per Nicolay a risentire delle influenze ereditarie è solo l’ angolo di scrittura inteso come inclinazione degli assi (Zanuazzi, 1974), mentre la Leibl indica la velocità, la pressione, l’eguaglianza (Leibl, 1988, p. 33). Ma la vera questione di fondo, che vale non solo per la scrittura, ma anche per tutti gli altri aspetti del comportamento umano, è stabilire quanto dipenda dalla eredità genetica e quanto dall’ambiente. In alcuni casi, ad esempio da parte degli adolescenti nei confronti dei genitori o di loro figure sostitutive, le somiglianze degli elementi grafici si possono almeno in parte attribuire a processi di identificazione (Leibl, 1988), per cui vengono adottati comportamenti e atteggiamenti dei genitori che, una volta introiettati, si riflettono nella grafia. Molto spesso può accadere che i figli adottino coscientemente il modello di scrittura dei genitori, nei suoi aspetti più vistosi e nelle forme ornate, per abbandonare l’imitazione poi in un secondo tempo.


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