Informazioni dal saggio grafico

Quali informazioni  ci permette di ottenere?

La manualità

Intanto, anche nel caso in cui il soggetto dissimuli, osservando l’azione grafica  è possibile individuare  la sua manualità grafica, intendendo con questa il suo grado di abilità o abitualità alla scrittura. E’ necessario per questo far redigere molti saggi grafici. Può capitare, per contro,  che all’osservazione immediata del movimento grafico  risulti evidente l’incongruenza manuale tra il soggetto scrivente e la scrittura indagata per cui si rende inutile proseguire l’esecuzione del saggio.

La prensione

Il modo con cui un soggetto impugna il mezzo scrivente è importante anche per determinare la variazione pressoria in una scrittura. Ad esempio,  una presa alta non potrà mai produrre una scrittura pesante etc..

I vari tipi di impugnatura concorrono a formare la “conduzione del tratto”, parametro a mio avviso fondamentale in un’indagine grafica.

La velocità

La velocità grafica (o coerenza nell’azione grafica) permette tante volte di stabilire se il soggetto scrivente dissimula o meno le sue peculiarità grafiche.

Certo, la velocità non potrà MAI essere un parametro assoluto di confronto con la scrittura in verifica. Vi sono molti colleghi che basano il loro lavoro sullo stabilire la velocità di esecuzione del gesto grafico.  A mio avviso questo può essere importante ai fini dello studio sulla motricità grafica, ma non essere considerato un termine di paragone con le scritture da esaminare  vergate in situazioni oggettive e soggettive a noi sconosciute.

In fondo noi andiamo a confrontare una scrittura in movimento, quella del saggio grafico, con una statica perché già prodotta sulla carta.

L’aspetto comportamentale del soggetto scrivente

Il saggio grafico può essere anche utile per valutare la disponibilità o meno del soggetto al rilascio del saggio grafico. Un soggetto che si interrompe spesso e chiede più volte cosa scrivere o come si scrive la parola dettata, tendenzialmente vuole controllarsi.

Nel saggio dettato,  quando si chiede di scrivere le generalità: “io sottoscritto…, nato a… è sintomatico vedere  il soggetto fermarsi e aspettare che gli vengano dettati anche il nome e il suo luogo di nascita.

È  il caso, questo, di una persona che si presentò alle operazioni peritali con altezzosità e aria di sufficienza, dichiarandosi  professionalmente appartenente all’ambito  giudiziario dove – asseriva - svolgeva mansioni di un certo livello, e durante la dettatura di parole attinenti  al testo anonimo in esame si bloccava sovente per chiedere se l’avesse scritte in modo corretto. Tutto questo perché aveva una scrittura fortemente personalizzata tanto da rendere difficoltoso il controllo degli automatismi che emergevano chiaramente nonostante le ripetute soste.

Ampia argomentazione è stata fornita al convegno del 2012 a cura

Istituto di Grafologia Forense di Mesagne