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Liana Vettori
GRAFOLOGO
GIUDIZIARIO
Iscritta dal 1999 al n. 3 dei Consulenti tecnici e
Periti del
TRIBUNALE DI PISTOIA
PERIZIA CALLIGRAFICA O GRAFICA?
Breve exursus storico
A seguito dell'erronea dicitura usata ancora oggi nei palazzi di
giustizia "perizia calligrafica", ritengo importante poter compiere un
breve excursus storico sull’evoluzione della perizia grafica, o più
comunemente denominata perizia calligrafica.
Per lungo tempo è stata così definita perché molte perizie in materia di
manoscrittura erano effettuate attraverso il confronto solo formale di
lettere omografe.
Questo termine è passato in disuso dopo l’applicazione in campo penale
del decreto legislativo n. 271 del 28 luglio 1989, dove è sostituito
questo termine improprio con la definizione “analisi e comparazione
della grafia”.
Al di là dello sviluppo scientifico della grafologia in generale (che
nel 1996 ha trovato come riscontro il diploma di laurea in tale
disciplina, e ad oggi sono attivi i master universitari) da sempre è
stata inserita nelle attività investigative da parte degli organismi
competenti in ambito giudiziario.
Un grosso contributo all’evoluzione della perizia su manoscrittura è
stato fornito già all’inizio del ‘900 dall’autore Ottolenghi, che tra
l’altro è ancora seguito nell’applicazione delle indagini grafiche da
parte della Polizia di Stato.
L’Ottolenghi propone un’analisi innovativa per l’epoca, che precorre
l’attuazione del decreto legislativo con la frase "Il grafismo
individuale più ancora della parola parlata, offre preziosissimi dati
per la rilevazione di caratteri fisici e psicologici che sono vere
impronte della personalità. Questi caratteri sono rilevabili ad
un’analisi sistematica obiettiva...[1]"; in effetti, nonostante alcuni
suoi allievi ancora oggi sviluppino la metodologia essenzialmente come
confronto calligrafico, lui aveva già riconosciuto il valore probante
della visione d’insieme della grafia, ossia, l’analisi e comparazione
dell’intera grafia intesa nell’ambito più ampio del suo sviluppo
esecutivo.
Altro autore importante, anch’egli molto seguito dagli organi di Polizia
Giudiziaria, è Orlando Sivieri, il quale approfondisce quanto affermato
dall’Ottolenghi introducendo nell’analisi grafica il concetto di
"ritmo".
Secondo il Sivieri "Il ritmo è una ricorrenza armonica di
pressione, d’impulso e di movimento, onde la scrittura può essere
classificata secondo la qualità, l’intensità e la perfezione di esso"
[2].
Dopo questi due grossi autori, per non dilungarsi eccessivamente, è
importante a mio avviso arrivare a considerare quelli che ad oggi hanno
ricoperto un ruolo fondamentale all’interno dell’insegnamento
universitario, in quanto docenti di metodologia peritale e
psicofisiologia della motricità grafica: Bruno Vettorazzo, Alberto
Bravo, Federico Gresta e Sergio Frontini unitamente a Giuseppe Giordano.
Il tutto per riprendere e confermare i concetti sopra esposti, accennati
dagli altri autori. In effetti, all’ultimo convegno di Grafologia
giudiziaria svoltosi nel novembre a Napoli ed in quello tenutosi in
dicembre a Roma con il patrocinio del Ministero di Grazia e Giustizia, è
stato ribadito che la scrittura è un prodotto individuale, generato dal
movimento ed esternato in un legame di solidarietà dinamica.
L’osservazione analitica non può dunque essere focalizzata sul solo
confronto formale e strutturale di singole parti ma, piuttosto, sulla
qualità del movimento che sta alla base del grafismo, ed in una
accezione più ampia, sull’insieme della scrittura nella sua triplice
dimensione: ampiezza, velocità e profondità.
Il gesto grafico non può assolutamente prescindere dall’influenza
neurofisiologica del gesto.
La scrittura, quindi, è un atto volontario, ma il più delle volte
inconscio in quanto formato da automatismi. E sono proprio questi
automatismi che "ripetendosi nelle più diverse circostanze e persino
quando il soggetto cerca di dissimulare la propria calligrafia, e
persino quando cerca di imitare lo scritto altrui a mano libera [3]"
costituiscono elementi fondamentali per l’identificazione dell’autore.
L’errore in cui incorre una perizia calligrafica è quello che un profano
può riproporre quando cerca di valutare se la propria scrittura può
essere simile ad un’altra.
Di fronte ad esempio ad un occhiello della
lettera "o", è facile poter osservare una stessa forma, ma nonostante
l’apparente somiglianza questa stessa lettera può essere stata vergata
con movimenti opposti: orario oppure antiorario; oppure diversificarsi
nell’erogazione dell’energia che può dare luogo a localizzazioni pressorie opposte.
Ecco perché nell’analisi grafica è importante la valutazione dei segni
cosiddetti "probanti" o "distintivi", e non di quelli comuni.
Allo scopo di poter valutare quali siano i segni probanti in una
scrittura è necessario osservare più campioni grafici di uno stesso
soggetto redatti in tempi diversi, al fine di valutare
quali e quanti
segni grafici si ripetono costantemente nel tempo al di là della normale
evoluzione o involuzione (nel caso di anziani) grafica, oppure, invece,
quanti sono accidentali o non qualificanti perché comuni a molti
soggetti.
Ecco che risulta fondamentale iniziare l’indagine grafica con l’analisi
delle scritture autografe.
[1] Salvatore Ottolenghi – La perizia di scritture e l’identificazione
grafica. Roma 1924
[2] Orlando Sivieri, L’indagine grafica.
[3] S. Ottolenghi op.cit.
Quando e perché la Perizia
Perizia calligrafica o grafica?
Analisi e comparazione della grafia
Oggetto della perizia e categorie di scritture periziabili
La perizia tecnica
Prova, prova fisica, le regole della prova, le regole della perizia
Materiale base per gli esami strumentali
Riproduzioni di immagini
Perizia su fotocopia: è possibile?
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Doris Lessing
QUESITI PARTICOLARI
Datazione degli inchiostri
Analisi digitale degli inchiostri
La sovrapposizione dei tratti
Scientificità della perizia
I 10 segni per riconoscere un falso
Scritture di consanguinei
Tremori naturali e tremori artificiosi
Il Prof. Umberto Veronesi, sul settimanale "OGGI", nel 2004
affermava che:
"La Grafologia è una scienza e ci dice anche quanto siamo sani"
Ci sono casi di "disgrafia", l’alterazione della scrittura, che rivelano disturbi respiratori, cardiovascolari, intossicazioni,
malattie nervose… |